Il trekking al Lago Bianco è uno dei più caratteristici percorsi dell’Alpe Veglia: un’escursione infinitamente appagante anche se impegnativa e a tratti difficoltosa, adatta a chi ha esperienza di montagna e allenamento pregresso. Cammineremo prima lungo una larga strada carrozzabile, attraversando una gola dalle pareti verticali, per poi tuffarci nel pittoresco paesaggio della conca del Veglia. Camminando all’ombra dei larici, circondati da mirtilli e rododendri, guadagneremo quota fino a raggiungere l’aspro pianoro roccioso che ospita il Lago Bianco, uno specchio d’acqua cristallino di rara bellezza. Lungo il ritorno possiamo visitare anche il vicino Lago delle Streghe, un altro luogo da non perdere.

Il trekking al Lago Bianco all’Alpe Veglia, pur essendo una escursione abbastanza difficoltosa, è in grado di regalare moltissime soddisfazioni grazie all’incredibile bellezza dei panorami e dei paesaggi che offre.
Un gioiello naturalistico
Il territorio dell’Alpe Veglia consiste in uno splendido pianoro vallivo, sede di pascoli e vasti prati, delimitato da una alta corona montuosa. Si tratta di una meta decisamente meno conosciuta e frequentata rispetto alla vicinissima Alpe Devero, probabilmente perché è necessario camminare un bel po’ per raggiungerla. Esiste infatti un’unica via di accesso per l’Alpe Veglia: una larga strada carrozzabile che attraversa uno stretta gola dalle pareti verticali, scavata dal torrente Cairasca.
Il pianoro che la ospita è ricco di torrenti, laghetti naturali e cascate celati in un fitto bosco di larici che si estende in quota fino ai 2200 metri. Il sottobosco è ricchissimo di cespugli di rododendri e mirtilli, che troviamo molto spesso ai lati dei sentieri. Nelle stagioni giuste, questi arbusti si tingono di mille colori: in estate, durante la fioritura dei rododendri, e in autunno, quando gli arbusti assumono un bel colore rosso acceso.

A dominare la valle è il Monte Leone, che con i suoi 3553 m, è la vetta più alta delle Alpi Lepontine. La sua inconfondibile sagoma è ben riconoscibile e sarà quasi sempre visibile durante il nostro trekking.

Vista sul pianoro dell’Alpe Veglia, dominata dal monte Leone
Come raggiungere l’Alpe Veglia
L’Alpe Veglia è raggiungibile in auto da sole due direzioni: da Domodossola, oppure dal passo del Sempione se si proviene dalla Svizzera. Da Domodossola si seguono le indicazioni prima per Varzo e successivamente per San Domenico, frazione conosciuta per ospitare un importante comprensorio sciistico. A San Domenico, superati gli impianti, seguiamo la strada in un susseguirsi di tornanti fino all’ampio parcheggio a pagamento di Ponte Campo (1360 m), dove lasciamo l’auto. Da questo parcheggio partono quasi tutti i sentieri che portano all’Alpe Veglia.

Il parcheggio di Ponte Campo
Salita per l’Alpe Veglia
Iniziamo il nostro trekking al Lago Bianco in Alpe Veglia: dal parcheggio attraversiamo il torrente Cairasca tramite un comodo ponte per poi iniziare subito la salita lungo la mulattiera che conduce all’alpeggio. La mulattiera, in parte lastricata e in parte sterrata, venne interamente realizzata dagli Alpini nel 1935. Connette il pianoro del Veglia alla Val Divedro attraversando la valle Cairasca e l’impervia Forra del Groppallo, una profonda gola rocciosa scavata nei secoli dal torrente Cairasca. Il transito automobilistico lungo mulattiera è consentito solo ai mezzi agricoli e ai proprietari di immobili in quota. Possiamo quindi salire tranquilli: raramente passano auto.

Il primo tratto, che risale le pendici del Pizzo Valgrande, si mostra davvero ripido e impegnativo. Il paesaggio è dominato dalle rocce scure staccatisi dalle pendici, e che nascondono alcune suggestive cascate.

La pendenza inizia a diminuire una volta arrivati nel pressi della cappella del Groppallo: da qui si prosegue in falsopiano con alcuni brevi saliscendi, costeggiando la profonda gola rocciosa (Forra del Groppallo) scavata dal torrente, che possiamo osservare alla nostra sinistra. Lo strapiombo sulla gola è davvero impressionante: per fortuna, una ringhiera posta al lato della jeepabile assicura un’adeguata protezione.

La gola conosciuta come Forra del Groppallo, in cui scorre il torrente Cairasca
Dopo circa 1 ora e 10 minuti, variabili a seconda del proprio grado di allenamento, raggiungiamo l’ingresso nella conca dell’Alpe Veglia, segnato da un caratteristico muretto in pietra e da una staccionata.

Trekking al Lago Bianco: nel cuore dell’Alpe Veglia
Subito ci accoglie un meraviglioso bosco di larici caratterizzati dal verde brillante di inizio estate. Superiamo un torrente tramite un ponticello in pietra, ma senza scordarci di guardare alla nostra sinistra: la sagoma del Monte Leone, che domina tutta la vallata, si erge maestosa come a darci il benvenuto in questo incredibile luogo.

Giriamo subito dopo a destra seguendo le indicazioni per il rifugio CAI Città di Arona. Camminiamo in piano seguendo il sentiero che si immerge tra i larici, i cespugli di mirtillo e i rododendri. Successivamente si percorre un tratto tra i prati, che si presentano in piena fioritura e solcati da numerosi torrenti. Le alte cime delle Alpi Lepontine, che segnano il confine con la Svizzera, contornano lo scenario.


Dopo circa 20 minuti, un breve strappo in salita ci conduce al rifugio CAI Arona (1750 m). Dietro il rifugio, dopo una fontana, si trova l’imbocco del sentiero F22 che porta al Lago Bianco, come ci conferma il cartello che incontriamo subito dopo (indicazioni per Lago Bianco/Pian d’Erbioi).

Il rifugio CAI Città di Arona
Affrontiamo una salita non troppo dura, procedendo tra i larici e un’infinita distesa di mirtilli. Arrivati a una radura, gli alberi lasciano il posto a un pendio piuttosto ghiaioso: ci aspetta un tratto ben più impegnativo lungo le pendici del massiccio del Boccareccio. Guadagniamo quota salendo a zig-zag lungo le rocce, facendo attenzione ad alcuni tratti franosi. Dopo circa mezz’ora di salita, i nostri sforzi saranno ampiamente ripagati: superato un ultimo dosso roccioso, ecco apparire davanti a noi lo splendido Lago Bianco.


Sulle sponde del Lago Bianco
Eccoci finalmente arrivati alla meta del nostro trekking al Lago Bianco in Alpe Veglia. Questo specchio d’acqua giace in un paesaggio aspro e dolomitico, disseminato di rocce giallastre e dominato dalla grande parte verticale della Cima delle Piodelle. Alcuni nevai sono ancora presenti tra le rocce, costringendoci ad attraversarli per avvicinarci alle sponde del lago. Dalla sponda nord-est si può vedere il monte Leone specchiarsi nelle sue acque, assieme alle cime circostanti.



Dopo una pausa, proseguendo è possibile raggiungere Pian d’Erbioi (2253 m) con un ultimo strappo. Altrimenti ritorniamo sui nostri passi, affrontando la ripida discesa verso il rifugio Arona, rientrando così alla piana del Veglia.
Giro dell’Alpe Veglia: lago delle Streghe
Una volta ridiscesi al pianoro, se si ha ancora del tempo a disposizione e non si è troppo stanchi, possiamo scegliere di prolungare il nostro trekking all’Alpe Veglia con un breve giro ad anello, che ci porta a visitare uno dei laghi più iconici e famosi del Veglia: il lago delle Streghe.
Ridiscendiamo quindi dal dosso che ospita il rifugio Arona prendendo la deviazione verso destra. Ci ricolleghiamo alla larga strada carrozzabile che attraversa il Veglia e seguiamo le indicazioni per il Lago delle Streghe. Superato il nucleo di baite di Cornù, anticipata da un cartello segnalatore, troviamo la deviazione per il lago delle Streghe: uno stretto sentiero che si dipana dalla carrozzabile, tagliando in mezzo al prato.


Seguiamo la deviazione che presto si inoltra nel bosco, trasformandosi in un sentiero in salita, nuovamente circondato da mirtilli e rododendri. Guadagnato quest’ultimo strappetto di circa 90 metri di dislivello, ecco apparire davanti a noi prima il Rio delle Streghe e successivamente il laghetto “incantato”.



Si tratta di un piccolo bacino naturale, poco profondo e dalla forma allungata. Le sue acque limpide e cristalline lasciano intravedere il fondale, su cui sono ancora depositati gli aghi dei larici caduti lo scorso autunno. Seguendo lo stretto sentiero che si avvicina alle rive, è possibile effettuare tutto il periplo del lago; ci si ricollega poco dopo al sentiero del fondovalle nei pressi del nucleo di baite di Cianciavero.
Sulla via del ritorno
È tempo di tornare: da Cianciavero seguiamo le indicazioni per Ponte Campo, ricollegandoci con la mulattiera percorsa all’andata. Ora sarà sufficiente ripercorrere la strada a ritroso fino al parcheggio di Ponte Campo, facendo la dovuta attenzione alla ripida discesa.